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Approvata la CSDDD: il frutto di un compromesso

Autore: Pasquale Lazzaro

La Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CSDDD), nota anche come Supply Chain Act, è stata approvata dal Comitato dei Rappresentanti Permanenti (COREPER) dell’UE il 15 marzo, aprendo così la strada alla votazione in Parlamento conclusa con esito positivo il 24 aprile. Il via libera definitivo è stato frutto di un compromesso necessario per superare le resistenze di alcuni Stati membri che ha portato, però, alla restrizione della portata operativa della direttiva.

Il testo finale limita, infatti, l’applicazione della direttiva alle aziende con più di 1.000 dipendenti e un fatturato netto mondiale superiore a 450 milioni di euro: si esclude così larga parte delle aziende rispetto al testo originario, che prevedeva, invece, una soglia di 500 dipendenti e 150 milioni di euro di fatturato. Il nuovo testo suggerisce, inoltre, in base alla dimensione delle aziende, una applicazione graduale della direttiva nel corso degli anni, eliminando la distinzione tra settori “ad alto rischio” originariamente prevista.

Dopo il voto in Parlamento, la direttiva sarà formalmente adottata nel mese di maggio dal Consiglio UE e pubblicata nella Gazzetta Ufficiale, con entrata in vigore prevista entro giugno. Nonostante l’attuale riduzione dell’ambito operativo, la CSDDD rappresenta una rivoluzione degli obblighi in materia di sostenibilità, coinvolgendo indirettamente anche le imprese più piccole dal momento che, in Italia e negli altri paesi europei, queste ultime rappresentano il cuore delle supply chain a servizio dei big dell’industria.

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